venerdì 25 settembre 2009

A Drop of Water

Interessante progetto in titolato A Drop of Water.

Si tratta di un ingegnoso sistema di recupero dell’acqua piovana che dalle grondaie scende verso il basso nei vari tubi di scolo.

Questo prodotto sostituisce una parte del tubo di scolo, e al suo interno è presente un comune annaffiatoio che farà da contenitore per raccogliere l’acqua. In questo modo avremo la possibilità di sfruttare l’acqua piovana per annaffiare le piante del nostro giardino o del balcone.

da blogdesign

venerdì 14 agosto 2009

Casoni

giovedì 30 aprile 2009

15 punti per valutare un obiettivo

da clickblog:

Spesso si sente parlare di un obiettivo per quanto sia nitido, ma per ogni obiettivo c’è anche molto altro.

1. Nitidezza
Uno dei punti più importanti e che influenza in maniera significativa il contrasto delle foto scattate. Bisogna sempre tenere presente che anche gli obiettivi più scarsi tendono ad essere nitidi al centro dell’inquadratura.

Bisogna fare molta più attenzione ai bordi dell’immagine dov’è più semplice notare la differenza di qualità fra due obiettivi.

2. Apertura

La massima apertura è molto importante se pensate di scattare con poca luce, ma è un ottimo parametro per intuire la qualità delle lenti all’interno. Se potete permettervelo comprate lenti con grandi aperture o zoom con apertura costante a tutte le lunghezze focali.

3. Distanza minima di messa a fuoco
Un elemento importante, ma che si può valutare solo singolarmente perché ogni fotografo ha richieste differenti. Spesso, ma non sempre, gli obiettivi migliori hanno una distanza minima di messa a fuoco minore.

4. Lenti
Le lenti sono molto importanti per le prestazioni. Gli elementi a bassa dispersione o asferici servono a ridurre le aberrazioni cromatiche, distorsioni e, quindi, mantenere il contrasto. Più elementi di questo tipo sono presenti e più alta potrebbe essere la qualità.

5. Obiettivi crop
Il mercato contiene molti obiettivi realizzati solamente per fotocamera a formato ridotto APS-C che non possono essere utilizzati per reflex full frame o analogiche.

6. Riflessi
I riflessi posso manifestarsi come forme geometriche ripetute o come zone con contrasto ridotto. Spesso non si notano nel mirino, ma possono rovinare le foto. Per limitare questo problema utilizzare il paraluce, mentre per testarne il comportamento provate a fotografare controluce.

7. Aberrazioni cromatiche
Si tratta di linee colorate attorno agli oggetti o aloni che contornano oggetti molto contrastati. Si nota più spesso a grandi aperture. Tutti gli obiettivi soffrono di aberrazioni, ma quelli più professionali in maniera minore da rendere le correzioni al fotoritocco opzionali.

8. Bokeh
Il bokeh è la qualità dello sfocato generato da un obiettivo nelle aree fuori fuoco. Meno è definito e miglior è il bokeh.

9. Perdita di luminosità
La luminosità dev’essere la stessa al centro ed ai bordi e per fare una prova basta scattare alla massima apertura una foto al cielo.

10. Peso
Un parametro semplice da misurare. Normalmente cercate gli obiettivi più leggeri che rispondono alle vostre caratteristiche.

11. Qualità costruttiva
Obiettivi con molta plastica sono molto meno resistenti rispetto ad altri completamente in metallo e tropicalizzati. In mano deve dare una sensazione di solidità.

12. Velocità di messa a fuoco
La velocità in alcuni casi può essere fondamentale, come quando si scatta a soggetti in movimento.

13. Stabilizzatore
Lo stabilizzatore può essere molto importante soprattutto all’aumentare della lunghezza focale. Alcuni funzionano anche con i treppiedi, altri no.

14. Ergonomia
Una caratteristica più personale. Le ghiere si girano facilmente? Sono messe alla giusta distanza? L’obiettivo si tiene bene in mano?

15. Prezzo
Alla fine il fattore più determinante nell’acquisto. Se un obiettivo costa troppo cercatene qualcuno nella fascia di prezzo per cui siete disposti a spendere. Valutate tutti i punti ricordando sempre di quanto state per pagare e se vi serve realmente oppure no.

martedì 21 aprile 2009

UMBRIA JAZZ 2009

lunedì 20 aprile 2009

martedì 24 marzo 2009

Incredibile... siamo sotto attacco!!! controllati in Tutto!

Pochi mesi fa, Martin Vuagnoux e Sylvain Pasini, due ricercatori del Security and Cryptography Laboratory (LASEC) di Losanna, in Svizzera, avevano dimostrato come tutto ciò che viene digitato su una tastiera di un computer possa essere intercettato e riprodotto. La dimostrazione si basava sullo sfruttamento delle onde elettromagnetiche emesse dai componenti elettronici delle tastiere. Erano risultate vulnerabili anche le tradizionali tastiere USB e PS/2.

martedì 17 marzo 2009

La Calabrosa

La calabrosa è un deposito di ghiaccio che si produce in caso di nebbia sopraffusa, cioè con temperatura inferiore a 0 °C, generalmente tra -2 °C e -8 °C. Si produce per la solidificazione rapida di gocce generalmente grosse di nebbia sopraffusa. Al contrario della galaverna, costituita da aghi di ghiaccio, la calabrosa è formata da una crosta piuttosto compatta di ghiaccio con granuli che lo rendono simile a una spugna, a causa delle bolle d'aria che vi si trovano. Il colore è biancastro, se sottile è semi-trasparente.

Sulle superfici la calabrosa può formare depositi di grande spessore, specie con vento forte. La densità è maggiore della galaverna, per cui è molto dannosa per i cavi elettrici e rami di alberi.

Il termine "calabrosa" viene dal dialetto bresciano e significa in genere "grande brinata" o "galaverna".

La Galaverna

La galaverna è un deposito di ghiaccio in forma di aghi e scaglie che può prodursi quando la temperatura è inferiore a 0 °C e c'è la presenza di una leggera nebbia.

La galaverna è costituita da un rivestimento cristallino, opaco e bianco intorno alle superfici solide; di solito non è molto duro e può essere facilmente scosso via. Essa si forma perché le goccioline d'acqua in sospensione nell'atmosfera possono rimanere liquide anche sotto zero (stato di sopraffusione). Questo stato è instabile e non appena le gocce toccano una superficie solida come il suolo o la vegetazione si trasformano in galaverna: si tratta quindi di solidificazione, ovvero passaggio dallo stato liquido a quello solido. In particolare, la galaverna richiede piccole dimensioni delle gocce di nebbia, temperatura bassa, ventilazione scarsa o nulla, accrescimento lento e dissipazione veloce del calore latente di fusione. Quando questi parametri cambiano si hanno altre formazioni, come per esempio la calabrosa, che si forma quando le gocce di nebbia sono più grosse e il vento è più forte.

La galaverna si distingue dalla brina perché questa non è coinvolta dal processo di sopraffusione delle gocce d'acqua e si forma per il brinamento del vapore sulle superfici raffreddate a causa della perdita di calore per irraggiamento durante la notte. Le formazioni di ghiaccio, simili alla galaverna, che si producono in assenza di nebbia con temperature inferiori a -8 °C e un'umidità relativa dell'aria superiore al 90% sono più propriamente dette brinone, dato il differente processo di formazione.

martedì 10 febbraio 2009

Risparmiare energia nell'ufficio ecologico


ecoblog:

Ormai credo che la maggior parte di noi faccia un lavoro che comporta l’uso del computer. Una scrivania, un computer. Anche gli studenti non riescono più a farne a meno. E ovviamente consumano energia. Pensiamo a un ufficio, diciamo in cui lavorano 20 persone, con 20 computers accesi per almeno 8 ore, poi la stampante, la fotocopiatrice, il fax, le luci, il condizionatore (o il riscaldamento d’inverno). Direi che un ufficio anche piccolo produce un certo impatto sull’ambiente.

Se ovviamente non possiamo farne a meno, allora vediamo di usare i vari apparecchi con parsimonia. Svecchiare il parco macchine con qualcosa di più recente e più efficiente dal punto di vista energetico è buona cosa (ovviamente pensando anche al recupero e al riuso di delle macchine vecchie, magari anche donandole a scuole o a piccole cooperative, se funzionanti!)

Se non abbiamo in programma di cambiare il “parco macchine”, allora vediamo di usare quello che abbiamo con qualche accorgimento in più. Ovvero usando il buon senso. Spegnendo il computer ogni volta che non ci serve (se andiamo a pranzo o a casa –pare strano ma c’è chi lascia acceso il computer anche di notte!!), e usando la funzione di stand by quando abbiamo qualche breve riunione o lunga telefonata, magari accorciando il tempo di attesa prima che questa funzione parta in automatico. E non dimentichiamoci di spegnere anche la lucetta dello schermo, meno utile del led della tv. Oppure usiamo quegli apparecchi già in commercio che mettono in stand by direttamente le ciabatte a cui attacchiamo le spine della corrente, questo per gli sbadati che si dimenticano le buone pratiche.


Ovviamente non è finita qui. Lo sapevate che mediamente l’illuminazione (spesso inutile e sbagliata) è responsabile anche per un terzo dell’energia consumata in ufficio? Anche qui a volte bastano piccoli accorgimenti per ridurre notevolmente gli sprechi. Non è banale ricordare di sfruttare al meglio la luce naturale, disponendo in modo appropriato le scrivanie e (strano ma vero) pulendo regolarmente i vetri e le lampadine stesse. Il buon senso ci dice anche di stare attenti a luci che rimangono accese inutilmente. In caso di elevata sbadatezza, aggiungiamo temporizzatori o rilevatori di presenze per accendere la luce in zone poco frequentate. E pensiamo anche alla disposizione dei punti luce nelle varie stanze (ovviamente usando lampadine a basso consumo). Spesso i punti luce si concentrano nel mezzo della stanza, ma più punti luce diffusi usando lampadine di minor potenza sono decisamente più efficaci.

Altro tasto (energeticamente) dolente: la climatizzazione. D’inverno 20 gradi in ufficio possono essere sufficienti, se poi lasciamo liberi i termosifoni da ingombri e mobili inutili in modo che l’aria calda possa circolare, e lasciamo anche libere le finestre per sfruttare il sole e creare un benefico effetto serra nelle stanze. D’estate, montate ove possibile le pale da soffitto, e se proprio non volete rinunciare al condizionatore, 5 o 6 gradi meno della temperatura esterna sono l’ideale per avere comunque un ambiente fresco ma una bolletta meno pesante. Preferite poi i condizionatori ad assorbimento, che utilizzano come fonte energetica gas naturale o acqua. Ovviamente non aprite le finestre in entrambi i casi, ma questo era superfluo ricordarlo vero?

Altri consigli alla rinfusa. Usate l’ascensore il meno possibile, non ci pensiamo mai ma consuma parecchio. Andare a piedi ogni tanto (perlomeno in discesa o per un piano o due) fa solo bene alla salute di noi lavoratori sedentari. Discorso simili per recarvi in ufficio, meno usate l’auto meglio è ovviamente. Magari lanciate una specie di car-pooling interno per condividere con i colleghi il trasporto, oltre a ridurre le emissioni in atmosfera potete condividere il fardello del caro benzina e risparmiare qualcosina.

Idealmente, se l’ufficio dovesse affrontare lavori di ristrutturazione, sarebbe utile installare pannelli solari fotovoltaici o perlomeno termici. In ogni caso, in ufficio l’acqua calda ha una utilità limitata, regolate i termostati su temperature intorno ai 30 gradi, per lavarsi le mani è più che sufficiente. A meno che non dormiate in ufficio e vi venga voglia di una doccia, ma spero vivamente di no.

Supporto ergonomico per notebook fai da te

da gadgetblog:

Non fatevi ingannare dal cubo di Rubik nell’immagine, costruire questo supporto per notebook è semplicissimo e soprattutto economico.

Tutto quello che vi occorre è una semplice gruccia o stampella, che dir si voglia, in metallo, per intenderci una di quelle che le lavanderie ci omaggiano quando andiamo a ritirare i pantaloni.

In 7 semplici passi, con solo 3 sapienti pieghe otterrete un supporto originale e funzionale.

Per completare la postazione ergonomica basterà collegare al notebook una tastiera ed un mouse esterni.

Camminare sulla spiaggia


da benessereblog:

I fortunati che sono già in vacanza o che ci andranno a breve, per non direi dei fortunatissimi che vivono al mare tutto l’anno, sanno già quanto sia piacevole passeggiare sulla battigia, lasciandosi accarezzare le caviglie dall’acqua mentre la sabbia sotto i piedi fa il suo massaggio. Massaggio non solo gradevole come pochi ma anche benefico, perché stimola la microcircolazione e agisce sulle terminazioni nervose collegate – secondo le idee millenarie della riflessologia – alle funzioni vitali.

Ma i vantaggi non finiscono qui: la maggiore resistenza offerta dalla sabbia aiuta la muscolatura a lavorare meglio e allo stesso tempo l’impatto con il terreno morbido non sollecita le articolazioni come quando camminiamo su strada. Se poi volete anche l’effetto peeling sulla pelle, preferite la sabbia secca anziché quella umida.

venerdì 30 gennaio 2009

Il Museo del Prado su Google Earth



Se non si ha la possibilità di viaggiare e quindi visitare musei, la tecnologia può venirci incontro. Grazie a Google Earth infatti, è possibile visitare virtualmente i capolavori del Museo del Prado a Madrid.

Ammirare un Velazquez o un Rembrandt in un luogo come il Museo del Prado è un’esperienza unica. Ora, grazie alla tecnologia di Google Earth, è possibile andare oltre: puoi navigare tra le riproduzioni dei capolavori del Prado osservandoli fin nei minimi dettagli, come il tocco delle pennellate o le crepe nella vernice. Le immagini di queste opere hanno una definizione di circa 14.000 milioni di pixel, ovvero circa 1.400 volte superiore rispetto a quella di una fotocamera da 10 megapixel. Inoltre su Google Earth potrai vedere una spettacolare riproduzione in 3D del museo.

Per potervi accedere basta aprire Google Earth e selezionare il livello Edifici in 3D nel pannello in basso a sinistra e digitare “Museo del Prado” nella casella di ricerca.

Immagini dei piedi


Chi di noi non in vacanza ha mai fotografato un panorama, un tramonto, un soggetto particolare o un monumento? Spesso otteniamo immagini banali e ripetitive. Alcune volte basta un po’ di fantasia, come suggerito su Photojojo. Nel fimato, una serie di scatti fatti in vancanza… ai propri piedi!

I Vigili del Fuoco ci mostrano come sollevare un'automobile


null - Watch more free videos

Pannelli solari adesivi per abbattere i costi di installazione


Se ci armiamo di decine di dispositivi elettronici è normale che i consumi di energia saliranno alle stelle. Come fare per attutirli? Una soluzione è l’installazione di pannelli solari che, a fronte di un investimento iniziale, ripagano nel lungo periodo facendoci risparmiare sulla bolletta. I pannelli Power-Ply 380 sono una buona soluzione perchè si incollano al tetto e non richiedono l’installazione di una struttura in alluminio che li tenga saldi.

Questo nuovo sistema consente di risparmiare il 70% dei costi di installazione e il 30% dei tempi necessari al montaggio. La mancanza di una struttura non permette, naturalmente, di impartire l’inclinazione giusta per favorire l’esposizione massima al sole, ma il produttore afferma che solo il 5% dell’energia si riduce da questa mancanza. Prezzi e disponibilità sono comunicati solo su richiesta.

Lenzuola anti stress per dormire meglio

L’argomento riposo, si sa, è un tasto dolente per molti. Tra insonnie, stress, ansie da impegni del giorno dopo e stanchezza eccessiva, alimentazione poco equilibrata e disturbi di varia natura, dormire bene è diventata vera utopia, se non patologia.

Non risolveranno la situazione, ma almeno se lo propongono, le lenzuola anti stress proposte dall’azienda valenciana Aznar Textil. Lo scopo, quello di produrre lenzuola che aiutino a dormire meglio. Ambizioso, non c’è che dire.

Come ci riescono? Neutralizzando le cariche elettrostatiche disturbano il riposo. Se siete molto stressati, ce n’è eccone, da neutralizzare. Se funzionano davvero, chi lo sa. Però l’impegno, grazie anche alla collaborazione dell’Istituto Tecnologico Tessile Aitex, è lodevole. E già i progetti volano: realizzare con lo stesso tessuto anche tappezzerie e altri indumenti, per trasferire il benessere ad altri ambiti della vita.

martedì 20 gennaio 2009

Hughie Sink, il lavello a-porter di Hughie candidato all’AIDA 2009


da designblog:

Sensibile alla crescente attenzione per le scorte idriche e a soluzioni di design pratiche, economiche ed intelligenti, i creativi dell’Australiana Hughie hanno progettato Hughie Sink, come una sorta di lavello removibile in materiale plastico biodegradabile, a metà strada tra il classico catino utilizzato come supporto per le faccende quotidiane e una soluzione con manici e foro per l’uscita dell’acqua, per soddisfare soluzioni eco sostenibili momentanee o permanenti.

lunedì 19 gennaio 2009

Sottobicchieri da Jon Lane-Smith


Questi sottobicchieri hanno un apposito spazio anche per posare il cucchiaino. Questo oggetto è fatto in gomma ed è disponibile nei colori verde e girgio.

Supporto ergonomico per notebook


da gadgetblog:

Non fatevi ingannare dal cubo di Rubik nell’immagine, costruire questo supporto per notebook è semplicissimo e soprattutto economico.

Tutto quello che vi occorre è una semplice gruccia o stampella, che dir si voglia, in metallo, per intenderci una di quelle che le lavanderie ci omaggiano quando andiamo a ritirare i pantaloni.

In 7 semplici passi, con solo 3 sapienti pieghe otterrete un supporto originale e funzionale.

Per completare la postazione ergonomica basterà collegare al notebook una tastiera ed un mouse esterni.

Fabrizio De Andrè. La mostra


mostra
"Fabrizio De Andrè. La mostra"
31 dicembre 2008 - 3 maggio 2009
Palazzo Ducale, Sottoporticato

Orario: Dalle ore 09.00 alle ore 20.00
Chiusura: lunedì

Genova rende omaggio a Fabrizio De Andrè a dieci anni dalla sua scomparsa con una grande mostra a Palazzo Ducale, organizzata in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De Andrè e curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia, che si presenta come un vero e proprio viaggio multimediale nella musica, nelle parole e nella vita di Faber. Megaschermi, installazioni video e speciali postazioni interattive permettono non solo di esplorare e approfondire le sue tematiche, quali l’amore e le donne, la guerra, l’anarchia, la libertà, gli ultimi, e naturalmente Genova, ma anche di ricostruire il mosaico della sua vita attraverso videointerviste allo stesso Fabrizio e testimonianze della moglie Dori Ghezzi e dei suoi più stretti collaboratori e amici. Attraverso sale ricche di suggestioni visive e acustiche, tra fotografie, manostritti, libri annotati e oggetti unici, grazie alla sofisticata tecnologia ideata e realizzata da Studio Azzurro, il visitatore interagisce con le immagini e i suoni e può comporre, all’interno della vita e dell`opera del poeta e cantautore, il proprio personale percorso emozionale.

giovedì 15 gennaio 2009

Insalata fai-da-te


Italiani popolo di orticoltori? Sembra di sì (ma potrebbe essere l’effetto dell’inflazione che flagella anche i generi alimentari più comuni): negli ultimi cinque anni le vendite di attrezzi per il giardinaggio e la cura dell’orto è aumentata di oltre il 50%, pari al dato per cui 4 italiani su 10 hanno un orto casalingo. Non solo rosmarino, salvia, peperoncini o basilico, dunque, l’esercito di pollici verdi si lancia su zucchine, pomodori, melanzane o cetrioli: sul mercato ce n’è per tutti i gusti, ma predilette sono le piante d’insalata che con un investimento iniziale di pochi euro assicurano frutti, pardon, foglie commestibili già dopo 40 giorni. Il dato è fornito dalla Coldiretti su base Istat, che precisa: a interessarsi a queste attività agricole sono sia uomini che donne, sia giovani che anziani (ma le punte massime si registrano fra gli over 65) e riguardano non solo chi possiede terreni o ampie terrazze, a volte basta un semplice vaso e un fazzoletto di cielo.

Idee di design per vivere nello studio





I software più popolari sono tra i più pericolosi

Molte delle più comuni, utilizzate e fidate applicazioni sono in realtà affette da numerosi bug: secondo una rinomata ditta di settore, Bit9, 12 dei software più popolari sono in realtà vere e proprie minacce alla sicurezza dei propri dati e sistemi. Le prime tre posizioni sono occupate da Mozilla Firefox, Adobe Flash ed Acrobat e VMWare Player, tre programmi che la quasi totalità dei netizen utilizza (almeno uno). A seguire troviamo Sun Java Runtime Environment, un trio Apple composto da iTunes, Safari e Quicktime, software della Norton suite di Symantec e Trend Micro OfficeScan. Citrix DNE e gli uploader Aurigma e Lycos (un trio meno utilizzato) precedono Skype, Yahoo! Assistant e Microsoft Messenger. Una carneficina insomma. In realtà approfondendo la lettura si nota che spesso si tratta di determinate versioni, non di tutte le release: per Messenger le versioni 4.7 (vecchia, ma preinstallata in ogni sistema Microsoft Windows Xp) e 5.1, per i prodotti Symantec solo la versione 2.7.0.1, per JRE la Version 6 Update 6. Al contrario, Firefox viene segnalato per le versioni 2.x e 3.x (si salva la 1.5) e diverse sono le release pericolose anche per i citati prodotti Adobe e VMware.

  • Mozilla Firefox 3.x, 2.x
  • Adobe Flash 10.0- 10.0.12.36 and 9.0- 9.0.151.0, Acrobat Flash 8.1.2, 8.1.1
  • EMC VMware Player 2.0.x & 1.0.x, Workstation 5.5.x, ESXi 3.5 o precedenti, ACE 2.0.x, 1.0.x
  • Sun Java Runtime Environment (JRE) Version 6 Update 6
  • Apple Quicktime 7.5.5, Safari 6.0.5.20B, iTunes: 3.2, 3.1.2
  • Symantec Norton prodotti 2.7.0.1
  • Trend Micro OfficeScan 8.0 SP1 antecedente alla build 2439, 8.0 SP1 Patch 1 antecedente alla build 3087
  • Citrix DNE 2.21.7.233- 3.21.7.17464, Access Gateway 4.5.7, Presentation Server 4.5
  • Aurigma Image Uploader, Lycos FileUploader 4.6.17.0, 4.5.70.0, 4.5.126.0
  • Skype 3.6.0.248
  • Yahoo! Assistant 3.6
  • Microsoft Messenger 4.7 e 5.1

  • lunedì 12 gennaio 2009

    Mondo visibile


    Tutto questo mondo visibile non è che un segmento impercettibile nell'ampio seno della natura. Nessuna idea vi s'avvicina. Abbiamo un bello sforzarci di dilatare le nostre concezioni al di là degli spazi immaginabili, non partoriremo che atomi, a prezzo della realtà delle cose. È una sfera infinita il cui centro è ovunque, la circonferenza in nessun luogo.

    Blaise Pascal

    giovedì 1 gennaio 2009

    Keith Loutit: le nuove frontiere della tilt-shift photography


    Bathtub II from Keith Loutit on Vimeo.


    Della Tilt-shift photography abbiamo già parlato qui su Clickblog, mostrandovi una bella galleria di immagini e indicandovi un tutorial in grado di aiutarvi a ottenere dalle vostre foto un finto effetto tilt-shift grazie a Photoshop. Ma c’è chi si è spinto ben oltre, come Keith Loutit.

    Questo fotografo di stanza a Sydney mescolando varie tecniche tra cui il tilt-shift e il time lapse ha creato video di grandissimo effetto. Sydney infatti, attraverso gli occhi di Keith, sembra un modellino, una curiosa città giocattolo, brulicante di vita. Per sua stessa ammissione uno degli scopi di questi video è dare la possibilità alle persone di vedere un posto a loro conosciuto con nuovi occhi. E a quanto pare ci riesce benissimo.

    Personalmente posso aggiungere che l’effetto è davvero incredibile anche per chi l’Australia non la conosce ancora. Altri video di Keith sono disponibili su Vimeo, non perdeteveli.